31 gennaio 2006

In questo mondo strano


Tempo fa Ronald Baird ha riprodotto il mondo in scala, tramutandolo in un piccolo villaggio di cento abitanti.
Nel far ciò ha mantenuto perfettamente statistiche e condizioni reali.In quel piccolo villaggio saremmo così divisi:

57 asiatici 21 europei 14 americani (intero continente) 8 africani

52 donne 48 uomini

70 non bianchi 30 bianchi

89 eterosessuali 11 omosessuali

70 non cristiani 30 cristiani

6 persone sarebbero proprietarie del 59% di tutta la ricchezza del villaggio
(tutti e sei sarebbero degli Stati Uniti)

80 vivrebbero in abitazioni al limite della vivibilità

72 sarebbero analfabeti
(e soltanto uno avrebbe condotto a termine gli studi universitari)

1 avrebbe il computer

50 vivrebbero malnutriti e rischierebbero ogni giorno di morire di stenti

20 non avrebbero acqua potabile


Chi attualmente ha corrente elettrica, provviste nel frigorifero e qualche vestito nel guardaroba
rientra nel 23% dei benestanti.
Chi si alza la mattina in buona salute consideri che oltre un milione di persone lasceranno questo mondo entro la settimana.
Chi non ha fatto esperienze di tortura, prigione, guerra, gravi abusi o minacce, pensi che oltre due miliardi di individui le hanno fatte.
Chi ha un libretto in banca e denaro nel portafogli sappia che rientra nel 11% della popolazione.
Chi può permettersi di spendere soldi per acquisti considerati superflui o per merce non di prima necessità sappia di far parte di quell' 8% di fortunatissimi.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

il problema risiede nell'esame di coscienza. mi spiego meglio:
a) dal punto di vista di uno di quell'8%
-se decido che nella mia vita qualcosa nn funziona come io vorrei, penso che se andassi a cuba (un posto a caso), vivrei come un pascià, o che se guadagnassi 1000 euro a procida sarei un signore, a roma no. non penso che nelle me condizioni manterrei la mia qualità di vita(proporzionalmente all'ambiente che mi circonda) quindi non mi verrà mai di andarmene a procida a guadagnare 200 euro per vivere come a roma con 1000, o di andare a morire di fame e malattie a cuba perchè a parità di quel che raccolgo qui ho comunque un genitore che mmi offre vitto e alloggio, mentre a parità di condizioni a cuba attualmente sarei in una fossa comune da un bel po', a meno che non fossi annegato cercando di raggiungere gli usa.

egoismo? mah, passiamo al punto
b)dal punto di vista di un ragazzino del restante 92%
-non decido che qui a tirana non va bene e vado in italia per restare nelle condizioni di tirana, cioè rischiare di morir di fame ogni giorno, ma decido di andare in italia attratto dal sogno di poter progredire,supponendo che l'ambiente esterno mi offra, a parità di capacità offerte, migliori condizioni parametriche nella progressione della mia funzione vita. certo non mi verrà mai in mente di andarmene in italia a morire di fame, cosa che mi riesce già particolarmente bene dove mi trovo attualmente.

qual è la morale? che ognuno non può fare altro che rapportarsi alla realtà esterna che lo circonda, che condiziona dall'inizio non solo le sue scelte, ma addirittura il portafoglio di scelte che può fare.

certo, potrei scegliere di andare ad aiutare chi sta peggio di me, ma questa scelta è condizionata dalla variabile "bontà d'animo", indipendente dall'ambiente esterno e non vincolata a nessun parametro decisionale, è e si comporta come un errore non sistematico, o c'è o non c'è, non mi può dispiacere di avere il pc e lo stereo ma mi potrebbe venire in mente come usarlo per il bene di chi non ce li ha, tutto in base al fatto che io sia buono o meno. da qui l'esame di coscienza: quanti sono buoni(e questo non lo possono decidere)? indipendentemnte dalle statistiche sulla qualità di vita..

Miss Quarrel ha detto...

(...glob!)


sono d'accordo con Bud, uno non può che prendere atto di essere incluso nella piccola percentuale fortunata della popolazione mondiale e, eventualmente, cercare di far leva sulla propria "bontà d'animo"/sulle proprie possibilità per aiutare chi è meno fortunato di noi, ma il punto è che ne puoi prendere coscienza un attimo, l'attimo dopo i tuoi "problemi" (che saranno infinitamente più piccoli di quelli del restante 92% della popolazion) prenderanno di nuovo il sopravvento sulla gestione della tua vita. Egoismo? Può darsi. Questione comunque di sopravvivenza.

Domerlino ha detto...

io credo che sia importante conoscere tutto il mondo, non solo quella piccola parte che frequientiamo tutti i giorni. guordare più in la del nostro naso. non essere miopi e superficiali. Questo è il senso del post. Vedere. Guardare. Conoscere. Capire. Dopo aver preso coscenza, c'è la possibilità di agire. non è obbligatorio. non c'è un'unica scelta. si può decidere di non agire. si può decidere di agire in tanti modi. anche semplicemente apprezzando quello che si ha e dando il giusto peso alle insidie della vita. Non siamo tutti santi o supereroi che possono cancellare tutte le ingiustizie del mondo. cerchiamo xò almeno di essere Uomini. che pensano....

Miss Quarrel ha detto...

mi sembra che tutti e tre diciamo le stesse cose, in modi diversi, che bello! :-P

Domerlino ha detto...

è vero.... ;P
Come sei saggia.... nonna.