30 aprile 2008

A domanda fatta, google risponde!

Invitato da Stregaccia, non posso esimermi. E poi sono... curioso.
Rispondo alle domande con la prima foto che google immagini mi propone!

1-La tua età:

2- Un posto che vorresti visitare:

3- Il tuo posto preferito:
4- Il tuo oggetto preferito:
5- Il tuo cibo preferito
6- Il tuo animale preferito
7- Il tuo colore preferito
8- Il posto in cui sei nato:
9- Il posto in cui vivi:
10- Il nome di un animale domestico che hai avuto:

11- Il tuo Nick:
12- Il tuo vero nome:
13- Il nome della tua nonna paterna
14- Il nome della tua nonna materna:
15- Una tua brutta abitudine:
16- La tua vacanza preferita:
Bamby, lo fai anche tu?

29 aprile 2008

Alitalia: soluzione finale

Berlusconi si è affidato a un neolgismo già usato nel 2005 per strigliare la Ue sulla vicenda Alitalia: "zignare", che sta per "essere fastidioso come le zanzare". Se l'Unione Europea, ha infatto detto il Cavaliere, «si mette a zignare, allora potremmo prendere una decisione, per cui Alitalia potrebbe essere acquistata dallo Stato, dalle Ferrovie dello Stato. Questa è una minaccia, non una decisione».



Ragazzi, amici delle Ferrovie: saremo di nuovo COLLEGHI. Tutto per merito di Silvio.

Meno male che Silvio c'è....





(Senza parole....)

26 aprile 2008

L'apocalisse rimandata

dal primo dei 4 atti di cui si compone il nuovo lavoro del premio Nobel per la letteratura Dario Fo: L’apocalisse rimandata, ovvero benvenuta la catastrofe, un’opera “ambientalista” ispirata alla imminente fine dell’era del petrolio.

… Einstein ci aveva più volte avvertiti: «L’universo è colmo di sorprese festose e crudeli», e aggiungeva: «Non dimentichiamo, che senza le grandi catastrofi l’uomo oggi non esisterebbe; noi siamo figli di una catena spaventosa di tragedie immani».
Ma insomma, di che si tratta? Qual è questa catastrofe che ci salverà?! È semplice, la fine del petrolio!!! Cosa? In che senso? Siete rimasti attoniti eh? Increduli? Sì, è questione di qualche anno, forse il prossimo: il mondo rimarrà all’istante senza propellenti fossili, tutti fermi, con le nostre macchine bloccate, le caldaie vuote, i generatori di corrente muti. No, non è uno scherzo… volete una prova tangibile? E allora rispondetemi: come mai soltanto negli ultimi anni il prezzo del petrolio è aumentato di ben otto volte e continua a montare? Dai diciotto dollari al barile di tre anni fa siamo saliti ai quarantacinque dollari di questi giorni. (85 dollari oggi)[...] Alcuni studiosi del settore ce ne danno una risposta quasi ovvia: il prezzo del petrolio aumenta in maniera inversamente proporzionale al precipitare dell’offerta del prodotto sul mercato. In poche parole, cresce a dismisura perché non ce n’è più.
Non avete capito? I pozzi di petrolio sono ormai agli ultimi palpiti, molte di quelle pompe hanno cominciato ad aspirare fango puzzolente, invece dell’inebriante oro nero. Si potrà continuare a cavarne ancora qualche migliaio di tonnellate ma non ne varrebbe la spesa e la fatica. [...] Quindi mettetevi il cuore in pace, addio alle quattro ruote, si torna all’età della pietra, meglio dei pedoni! Via!
Qualcuno di voi sorride. Sì, detta così sembra una boutade. Ma un giornale serio come l’Observer qualche giorno fa ha dedicato tutta la prima pagina del uotidiano a questa folle notizia. Innanzi tutto ci viene rivelato che da anni le imprese petrolifere in massa ci stanno spudoratamente mentendo: tutti i dati riguardanti la quantità di greggio estratto sono sempre stati pompati per farci credere che di petrolio ce ne fosse da buttare. «Ne abbiamo da cavare per almeno un paio di secoli e ogni giorno scopriamo nuovi giacimenti!», giuravano. Tutto falso! [...]
L’anno scorso è stato pubblicato un libro che ha prodotto un certo scalpore. Il titolo ci dice già quasi tutto: La verità nascosta sul petrolio. Sottotitolo: Un’inchiesta esplosiva sul sangue del mondo,di Eric Laurent. Nel libro c’è un capitolo in cui ci viene presentato il pensiero di Jean Claude Balanceanu che nel 1979 era il massimo esperto dell’Istituto Francese del Petrolio. Nello stesso periodo, cioè trent’anni fa, lo scienziato dichiarava: «Lo slogan fisso della società dei consumi è Petrolio a volontà! Che cosa succederà il giorno in cui l’umanità resterà senza idrocarburi? Le strade rimarranno deserte, anzi di lì a poco non esisteranno più neanche le strade, a causa della mancanza di catrame e asfalto. Le pompe di erogazione spariranno. I commercianti — dal piccolo negozio sotto casa al supermercato, dai mercati rionali ai macellai — saranno obbligati a chiudere. Niente più trattori nei campi né aerei nel cielo. Tutte le navi saranno condannate a rimanere in porto. Niente più riscaldamento a gasolio e questo significa che la metà delle case, degli uffici, delle scuole, degli ospedali rimarranno al freddo d’inverno e nel bollore d’estate. Il sistema industriale sarà paralizzato. L’agricoltura tornerà indietro di un secolo. Quasi tutte le materie prime e le fibre artificiali scompariranno.
Vi ripeto: questa avvisata è stata scritta e divulgata quasi trent’anni fa, ma pochi ci hanno fatto caso. La nostra arroganza ci ha spinto all’oblio e all’incoscienza. [...] Negli ultimi cento anni gli abitanti del nostro pianeta hanno condotto una progressione di vita davvero sciagurata. Negli anni Sessanta, il consumo di petrolio era di sei miliardi di barili all’anno e le scoperte assicuravano una produzione dai trenta ai sessanta miliardi. In questo inizio di secolo il consumo è pari a trenta miliardi di barili all’anno e le nuove scoperte assicurano una produzione di soli quattro miliardi.
Alle soglie della Seconda guerra mondiale c’erano 2,3 miliardi di abitanti e 47 milioni di veicoli. Oggi ci troviamo con 6,7 miliardi di abitanti e 775 milioni di veicoli, più 200 milioni di camion. La popolazione del pianeta cresce all’anno dell’1,3 per cento, il numero delle auto del 6 per cento. Negli Stati Uniti viaggiano 775 macchine ogni mille abitanti, il 25 per cento in più che in Europa e Giappone e l’Italia ha il record d’Europa! Evviva!
Le riserve di petrolio, sia quelle americane che russe, sono state sovradimensionate dai rispettivi governi e produttori. Le cifre pubblicate sono da ridurre di oltre la metà. Giornalisti indipendenti hanno tentato più volte di smentire i petrolieri e le loro stime, ma sono stati censurati tanto nel cosiddetto mondo libero che nella Russia governata dagli oligarchi. [...] Un imprenditore oligarca russo, il cui nome ci ricorda le farse sul potere di Gogol, un certo Khodorkhovsky, si era permesso di dare notizie vicine alla realtà sbugiardando i dati del regime e svelando che «oltre il sessanta per cento dei giacimenti si ritrovano sull’orlo dell’esaurimento». Putin l’ha subito fatto arrestare. Da quel momento le notizie sul petrolio in Russia sono diventate segreto di Stato. Come la villa in Sardegna di Berlusconi… Lo stesso clima repressivo è prodotto anche da Bush, che qualche anno fa aveva ordinato di licenziare i ricercatori che propagavano notizie allarmanti sui pericoli cui va incontro il pianeta e sulle scorte del greggio.
Ma perché tutti questi potenti insistono a mentire sulle riserve di petrolio? Per evitare che ci si dedichi a progettare e produrre nuovi motori funzionanti con altri propellenti, non esauribili e alternativi al petrolio, oltretutto non inquinanti. Questo provocherebbe un crollo immediato del greggio restante. Ecco perché l’impero occidentale sostenuto e spinto dai petrolieri si è gettato in Medio Oriente in azioni militari di conquista rapide e insensate: libertà per gli oppressi e petrolio per noi! È risaputo che i grandi produttori di propellente fossile da sempre sono legati mani e piedi ai fabbricanti di auto, camion e moto. Per non parlare delle armi! [...]
L’Independent ha inoltre svelato che l’ora zero in cui le pompe cesseranno definitivamente di succhiare si sta avvicinando inesorabile. Secondo gli scienziati del settore più accreditati ci sarà un picco di soli tre, quattro anni di crescita delle estrazioni, poi si produrrà un repentino crollo verticale. Le pompe diverranno all’improvviso reperti storici inutilizzabili. [...]
Vedo qualcuno impallidire… Ma la gran parte di voi insiste nel definire questa nefasta avvisata una boutade goliardica. [...] Vi ricordate la grande rivoluzione che esplose in seguito all’apparire dei computer? Le macchine da scrivere diventavano all’istante apparecchi obsoleti da buttare, milioni di oggetti batti-parole che ci avevano accompagnato per una vita, all’improvviso gettati nella più puzzolente delle discariche. Lo stesso capiterà con le auto a benzina. Una strage di ferraglia premuta e impacchettata!
Così un bel mattino, magari a Milano o Roma o qualsiasi altra città dell’Italia o dell’Europa intera, ci alzeremo dal letto e schiacciando il pulsante della luce ci renderemo conto che nessuna lampadina si accende. Andremo alla finestra per far salire le tapparelle elettriche ma anche quelle non si muoveranno. Se ci troveremo d’estate ci renderemo conto che il condizionatore d’aria non funziona, che nel frigorifero sta tutto marcendo e che dai fornelli della cucina a gas, gas non ne esce.
Ci precipiteremo fuori di casa e troveremo il bar nel quale abbiamo sempre consumato il nostro santo cappuccino con brioche, pieno, stracolmo di clienti che bestemmiano: «Neanche il caffè! Come si può iniziare una giornata senza caffè!». «Ma che t’importa di ‘sta giornata! Tanto non puoi neanche andare a lavorare, la tua macchina è a secco e la tua fabbrica è chiusa per mancanza di materie prime. Fai conto che sia una domenica ecologica. Prova a respirare, sentirai che aria fresca!». «Fresca un corno! È intasata più del solito, c’è un puzzo che schianti!». «Beh, abbi fede, ancora una settimana, anche due… tre… magari un mese di questo black out e vedrai… pian piano l’atmosfera si purga». «Si purga un cavolo! Ci vorranno vent’anni per ripulire l’atmosfera dalle tonnellate di porcherie che ci abbiamo sparato». «Esagerato… il solito pessimista… puoi scommetterci, fra qualche settimana respireremo che ci sembrerà d’essere in alta montagna!». «Sì, bravo. In un’alta montagna di rifiuti! Se non passano i camion a ritirarli ci troveremo in una bella discarica. Peggio che a Napoli!». «Ma che discarica? Per scaricare qualcosa bisogna possedere del cibo da consumare, verdure da ripulire, rifiuti da gettare…». «Eh che menagramo!». «Già! Chi non consuma non sporca! Infatti il più pulito è il morto di fame!».
Qualche minuto dopo nello spiazzo dove c’è il distributore, che ci si trovi a Parigi, a Boston o a Chicago, ma noi preferiamo immaginarci a Milano nei pressi di Porta Romana, proprio dove c’è il benzinaio, scorgerete una fila di macchine infinita: non c’è benzina, neanche gasolio. Aspettano l’arrivo da un momento all’altro delle autobotti, ma qualcuno avverte che la situazione è identica in tutta la città. Anche la televisione non s’accende. Una radiolina a pile dà notizia che le autostrade sono interamente sgombre. Anche i treni sono fermi in stazione. È un black out completo. Qualcun altro dà la notizia che l’esercito sta requisendo i depositi delle raffinerie. Il governo dichiara lo stato di emergenza, ma non trova un mezzo per poterlo comunicare ai cittadini. Imperterrite, televisione e radio restano spente. I giornali si stampano con il petrolio quindi ferme anche le rotative, a parte che mancherebbero i mezzi per distribuirli. I cellulari si stanno scaricando. Alcune piccole radio riescono ancora a trasmettere qualche notizia, per lo più catastrofica. Tanto per cominciare si viene a sapere che le azioni petrolifere sono crollate a picco, tutte insieme, e hanno trascinato nel baratro le numerose imprese che lavoravano materiale sintetico, coibenti, generi in plastica… il tutto per ottantamila prodotti derivati dal petrolio.

di Dario Fo (www.dariofo.it) - fonte: La Domenica di Repubblica, 14/10/07

23 aprile 2008

Berlusconi's bridge

C'ha sempre avuto un chiodo fisso: faremo il ponte, faremo il ponte!
Quello che mi interessava di più, per fortuna l'ha fatto fare. Sempre che la UE non abbia da obiettare e soprattutto sempre che dall'altra parte del ponte non ci sia... il baratro.

22 aprile 2008

Earth Day 2008 - Update

Mavvaffan....

Quanno ce vò, ce vò....

21 aprile 2008

Earth Day

Il 22 aprile 1970, venti milioni di americani si mobilitarono per una dimostrazione a favore della salvaguardia dell’ambiente: da allora il 22 aprile è diventato l’Earth Day, un evento internazionale, oggi celebrato in 174 Paesi del mondo, che ha per scopo la sensibilizzazione del pubblico sui temi della conservazione dell’ambiente.

17 aprile 2008

Ecocho: why not?

Un nuovo motore di ricerca che combatte i cambiamenti climatici!
Ogni 1000 ricerche eseguite, Ecocho pianta fino a 2 alberi- ciò serve a contrastare una tonnellata di gas serra. Paghiamo gli alberi con la pubblicità sul sito. Scegliete di passare attraverso Yahoo o Google e iniziare una eco ricerca!

15 aprile 2008

Vieni a vivere con me


Le ho fatto spazio nell'armadio.
Il suo spazzolino è accanto al mio.
Nel bagno non c'è più spazio per le mie cose: ci sono solo creme e cremine.
Il ripostiglio è invaso dalle sue scarpe.
Il frigo non è mai stato pieno come ora.
Lei è l'ultima cosa che i miei occhi vedono prima di addormentarmi.
Lei è la prima cosa che i miei occhi vedono appena sveglio.
Lei è nella mia vita.
Lei è in me.

Le ho chiesto di venire a vivere con me.
L'ho fatto a modo mio.

Ha detto si....
vengo a vivere con te
lo sai mi sono innamorato
e la vita e' troppo corta non possiamo perdere tempo
o forse e' proprio il tempo che non puo' perdere noi
vieni a vivere con me
sai quante cose potremmo fare
tu potresti suonare il piano, mentre io spalmo la maionese
potrei spalmartene un po' sul collo, e leccandoti far tremare bach
contro la noia della tv
guardare solo la pubblicita'
gli spettacoli quelli no, quelli li faremo noi
e poi dopo aver fatto il bagno
correre al cinema a vedere un film
potremmo essere felici,
fare un mucchio di peccati
potremmo essere felici
a volte un poco disperati
potremmo dirci certe cose, da fare accapponare la pelle
potremmo fare certe cose, che ci fucilano alle spalle
e poi potremmo studiare il modo,
per vivere senza lavorare
l'ora per andare al mare, decidere per chi votare
andare in centro con la bicicletta,
la bicicletta trallallerulla'
e imparare a ballare il tango, c
he nella vita serve sempre
parlare un'ora del colore, per ridipingere il soffitto
e nel silenzio abbassare gli occhi,
cercando nuovi angoli da baciare
potremmo essere felici,
fare un mucchio di peccati
potremmo essere felici
a volte un poco disperati
potremmo dirci certe cose, da fare accapponare la pelle
potremmo fare certe cose, che ci fucilano alle spalle
che ci fucilano alle spalle

11 aprile 2008

Sesso del PC


Le donne pensano che i computer siano maschi perchè:
1) Per avere la loro attenzione, devi accenderli.
2) Contengono molti dati ma sono privi di intelligenza.
3) Dovrebbero esser lì per risolvere i tuoi problemi ma per metà del temposono loro il problema.
4) Non appena te ne procuri uno, ti accorgi che, se avessi aspettato un po',avresti potuto averne uno migliore.

Gli uomini pensano che i Computer siano femmine perchè:
1) Nessun altro al di fuori del loro creatore capisce la loro logicainterna.
2) Il linguaggio di cui si servono per comunicare con gli altri computer èincomprensibile a chiunque.
3) I tuoi errori, anche minimi, sono immagazzinati nella memoria alungo-termine per essere usati più avanti.
4) Non appena te ne procuri uno, ti ritrovi a spendere metà del tuo conto inbanca per gli accessori.

10 aprile 2008

AAA Cercasi statista

"La differenza tra un politico ed uno statista sta nel fatto che il politico pensa alle prossime elezioni lo statista alle prossime generazioni."
Alcide Degasperi (1881-1954), uomo politico e statista italiano.

07 aprile 2008

Breaking new

Vi comunico, con una settimana esatta di anticipo, l'esito delle prossime elezioni:



Thanks to Ninni

03 aprile 2008

Blogaction - azione di rete

Ai partiti politici, ai politici italiani, agli organi di informazione, alla cittadinanza tutta

Questa lettera nasce da uno sforzo collettivo di cittadini italiani della Rete, che si sono confrontati in maniera concreta e proficua usando i mezzi offerti dal social network e partendo da un approccio comune e condiviso, al di là dell’appartenenza politica di ciascuno, per agire attivamente nell’attuale contesto politico e socioculturale.Vogliamo richiamare l’attenzione di chi ci governa, degli organi d’informazione e delle istituzioni verso quelli che dovrebbero essere i principali obiettivi di una politica civile, etica e basata sul bene comune.
La tutela dei valori costituzionali del nostro Paese: laicità dello Stato; diritto al lavoro e alla sicurezza sul lavoro; diritto di scelta per la propria salute e tutela della stessa, per tutti; informazione libera, pluralista e basata sulle interazioni.
L’adempimento del mandato elettorale per il quale si viene eletti e del quale i cittadini elettori sono costantemente giudici. Tale adempimento dovrebbe rappresentare una condizione minima, senza la quale “fare politica” diventa semplicemente un modo per raggiungere obiettivi personali e di potere.
La risoluzione di emergenze sociali, tra cui (ne citiamo solo alcune): impatto ambientale dei rifiuti; sistema della Sanità; aiuti alle famiglie e tutela della maternità, attraverso sussidi e asili nido in numero sufficiente; sistema dell’Istruzione e della scuola e scollamento tra questo e il mondo del lavoro; precarietà diffusa e formalizzazione del salario minimo legale.
L’attuazione di riforme politiche non più procrastinabili, quali: l’immediata risoluzione del conflitto d’interessi; una seria riforma del sistema elettorale che impedisca le nomine dall’alto dei parlamentari attraverso l’indicazione della propria preferenza sulla scheda; la decisione sulla non eleggibilità di cittadini, se condannati in via definitiva, o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale.
Crediamo che fare politica, nel senso etimologico e più nobile del termine, comporti soprattutto fornire un esempio etico, culturale e di serietà ai cittadini che si governano, e che costituisca un ruolo da non sperperare in inutili e volgari liti, dichiarazioni razziste, aggressioni fisiche; questi comportamenti impoveriscono tutti, sia in un contesto interno alla nazione, sia rispetto all’immagine che essa deve offrire al resto del mondo.
Dal momento che Voi siete chiamati a rappresentarci, dovreste porvi come portavoce di coloro che vivono la realtà quotidiana e trasmettono le sue problematiche concrete.
Pretendiamo che la politica torni a essere un servizio alla collettività e che nel fare questo rispetti alcuni precisi standard di correttezza, buona educazione civica, coerenza e chiarezza.
Noi non siamo solo numeri.
Non vogliamo assistere impotenti alla banalizzazione delle parole che non si trasformano in fatti coerenti e responsabili.
Noi siamo quelli che votano. Quelli che scelgono. Quelli che criticano. Quelli che domandano. Quelli che giudicano.
Noi siamo coloro a cui dovete rispondere del Vostro operato, ogni giorno, in qualsiasi momento.
Attueremo un controllo serrato sulle azioni della prossima legislatura e daremo ampio risalto sui nostri blog di ciò che di buono e di cattivo verrà fatto.
Siamo in grado di criticare l’informazione, di valutare l’attuazione del programma elettorale, di giudicare sui fatti e non sulle promesse e sulle favole.

No more flights...


Roma, 2 aprile 2008
A tutti i dipendenti

Lascio in data odierna l’incarico affidatomi il 1° agosto dello scorso anno a seguito del mancato raggiungimento dell’Accordo con le Organizzazioni sindacali sulla proposta
vincolante del Gruppo Air France-KLM.

Non è un abbandono il mio.

Ho lottato con tutte le mie forze e con il pieno supporto del management aziendale, che ringrazio di cuore, per risolvere la drammatica situazione nella quale versa la Compagnia sotto il profilo economico-finanziario, pur in un costante e pressochè generalizzato clima ostile che nulla ha a che vedere con l’effettiva tutela di chi lavora nell’Azienda e per l’Azienda.

Intendo dare un segnale che possa indurre le Autorità di Governo a valutare con estrema attenzione come il contesto esterno fortemente penalizzante in cui tutta la vicenda si è svolta, in particolare con l’apertura della campagna elettorale, rischi di compromettere ingiustamente il futuro della Compagnia e dei suoi appartenenti.

Unitamente al ringraziamento per il lavoro da tutti compiuto, per lo spirito di servizio dimostrato e per il forte senso di appartenenza, rivolgo un caldo invito alla fiducia: Alitalia è viva; la Vostra forza, se sarete compatti e penserete con la Vostra testa, potrà ancora salvarla!

Grazie a tutti voi.
Maurizio Prato


Oggi non ci sono per nessuno. Sono deluso, amareggiato, incazzato, spaventato, preoccupato. Ma non vinto.
Che Paese di merda!

01 aprile 2008

Giustizia è fatta

A volte la vita è proprio ingrata.
E' proprio vero: non bastano talento, passione, determinazione. E' la fortuna che conta tanto nella vita. Devi trovarti al posto giusto nel momento giusto. E solo perchè ai un bel faccino che fa urlare le adolescenti hai quel successo che spetterebbe a qualcun altro. A chi ha veramente talento. Magari rubi il successo proprio a qualcuno di famiglia. Col tuo stesso sangue.
Non è giusto! Non ci sto!
Ecco il vero... SCAMARCIO !!!

Lei di Venere, Lui di Marte

STATI UNITI – Quando l'argomento è la sessualità, il sesso forte va in confusione e capisce fischi per fiaschi. Lo rivela uno studio condotto dall'Indiana University su un gruppo di 280 studenti (maschi e femmine, tutti ventenni), secondo il quale gli uomini tendono a sovrastimare l'interesse delle donne nei loro confronti vedendo profferte amorose anche quando queste non ci sono.
QUANDO FRAINTENDONO – A quanto pare, infatti, per i maschi non è così elementare riconoscere un sorriso ammiccante da uno puramente cordiale. Il motivo? Semplice: gli uomini non riescono a interpretare correttamente le sottigliezze emotive alla base del linguaggio non verbale. E lo conferma un'inchiesta condotta tra le studentesse del college, da cui è emerso che al 68 per cento delle ragazze è capitato almeno una volta di essere fraintesa da un ragazzo, e aver quindi dovuto spiegare all'interessato che essere buoni amici non implica necessariamente l'innamoramento.
E QUANDO NON COLGONO – Quindi verrebbe da dire che, effettivamente, alla fine gli uomini "pensano solo a quello". Ma così non è. Sembra infatti che poi, qualora si trovino di fronte a donne che effettivamente cercano di far capire che il proprio interesse è di natura sessuale, il maschio in questione non coglie il messaggio, scambiando le effusioni per semplici manifestazioni d'amicizia. L'incapacità maschile di interpretare correttamente il linguaggio del corpo è quindi a doppio senso. Insomma: che ci sia o meno un interesse sessuale, l'uomo e la donna sembrano davvero non essere mai d'accordo…
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