24 gennaio 2006

Corso di tarantino: 5° lezione

Ultimo elenco di proverbi e detti tarantini.
Astip a Zampogna pe quann abbosogna (Metti da parte la zampogna per quando necessita): E' piu' usato come consiglio per fomentare un sentimento vendicativo. E' un po' la versione Tarantina di "la vendetta e' un piatto che va servito freddo". La zampogna: non so se e' da pensare allo strumento natalizio, e quindi dire "mettilo da parte per il prossimo Natale", oppure indica solamente un generico "fattapposta.
Na vot è fest a Palascian Non mi freghi più di una volta. Nel senso che una volta sola può andar bene ma non si può sfidare ulteriormente la fortuna.
Quann'u marit arriv'a quarantina, lass'a mugghier e s'n ve a cantina, quann'a mugghier arriv'a quanrant'ann lass'u marit e s'pigghi'a Giuann Quando l'uomo arriva alla quarantina, trascura la moglie ed i piaceri sessuali per dedicarsi alla cantina (amici, giochi di carte, bevute, ecc.) mentre la donna lascia perdere il marito e inizia ad apprezzare i piaceri che il marito trascura. Insomma, l'uomo ritorna un po' bambino ed inizia la sua "decadenza"fisica oggi contrastata dal Viagra, mentre la donna inizia a vivere la sua "seconda giovinezza" e dopo essersi stancata di fare la "brava" comincia ad godere di quei piaceri che magari prima non apprezzava a causa di una educazione puritana o di una scarsa conoscenza del suo corpo.
A bravura d mest' Uccio, ca died nu schaff' au ciuccio (La prodezza di Mastro Uccio, che diede uno schiaffo all'asino) espressa a commento di una azione apparentemente coraggiosa ma che non presenta poi pericoli reali o nel caso in cui qualcuno picchi o comunque aggredisca un'altra persona evidentemente non in grado di difendersi.
L'anidd so cadut, ma l dic't so rimast (Gli anelli sono caduti ma le dita sono rimaste), si usa nel ricordare orgogliosamente un passato nobile in un presente difficile (cfr. la classe non è acqua) percui anche se caduto in disgrazia, un "nobile" rimane tale nello spirito.
Ha lassat Crist p' scè all' cozz Ha lasciato Cristo per andare a (raccogliere le) lumache". Impiegato per commentare la scelta di qualcuno che trascura ho abbandona un'impegno importante per uno più futile. Sembra che il detto tragga origine da questo episodio: Durante una processione religiosa in campagna, il corteo venne sorpreso da una improvvisa quanto violenta pioggia. Mentre tutti cercavano un riparo per le statue ed i paramenti, il sacerdote che guidava la processione trascurò gli oggetti sacri per addentrarsi nei campi a raccogliere le lumache (di cui era evidentemente molto ghiotto) che a causa della pioggia iniziavano a spuntare sulla vegetazione
T'agghie chiamat a coppe e t'n'iss a baston Ti ho chiesto di giocare una carta di coppe e tu mi lanci una carta di bastoni" pronunciata da chi vuole esprimere il suo disappunto per non aver visto una sua richiesta precisa. "T'avev chiest d'purtà na cassa di Raffo e tu 'nnusc nu carton d'Sprait, e ccè facim, i t'chiam a coppe e tu t'n'iss a baston ?!? (Per maggiori particolari si consulti "Il tressette come strumento semantico della interpretazione ontologica dell'aspetto metafisico della psicopatologia comportamentale del popolano tarantino" di Filippo Maria Assabastone - Modiano - Dal Negro Editore).
Figghie e nipute so tutte perdute Ci nasce tunne no more quadrate Come disse Garibaldi a Nizza, pure iosce am' fatt' pizz'! Quanne Criste ste n'croce, sule tanne iesse a' voce
Terminerei con un modo di dire di cui si contendono la parenità sia Cambridge che i Tamburi:
A chiuvut'merda e n'ha 'nzvat'a tutt! (E' piovuta merda e ci ha sporcato tutti) Audaci (se pur non privi di valide motivazioni) collegamenti possono essere fatti tra il citato proverbio e gli italiani "Un po' per uno non fa male a nessuno" e "Mal comune mezzo gaudio"; Da notare l'assoluto pessimismo che permea il detto, la situazione è espressa seccamente e senza giri di parole in tutta la sua realtà e la "merda" viene usata come simbolo e materia tangibile di offesa alla persona, mentre nei corrispondenti italiani il tutto è più lieve, o perchè la situazione è quasi sottintesa e non viene citato il soggetto-oggetto (un po' di cosa ?) o addirittura si cerca una magra consolazione nella disgrazia comune (ma quando mai il dolore per una martellata al mio dito potrà essere lenito da una frattura altrui ?). Ancora una volta affiora la fatalistica rassegnazione del tarantino contro un destino oscuro e crudele, cieco nella sua volontà di colpire, che non fa distinzione tra buoni e cattivi ed a cui non è possibile ribellarsi.

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